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Festa di San Nicola
Si svolge dall'1 al 2 settembre nella frazione di Perrazze.
Festa di San Gerardo
Si svolge il giorno 11 ottobre nella frazione Bivio ed il giorno 16 ottobre in località Valle.
I beni architettonici
Resti della Chiesa Paleocristiana di S.Maria Annunziata
Risalente al V - VII sec., presenta colonne intarsiate con mitici animali alla base. Chiesa S.Maria della Sperlonga
Non lontano dal colle sul quale è aggrappato l'antico abitato di Palo, a qualche chilometro dalla frazione Bivio di Palomonte, ai confini del Comune con quello limitrofo di Sicignano degli Alburni e, a poca distanza dal nodo autostradale della Salerno-Reggio Calabria e della Basentana per Potenza e Taranto, sorge l'antichissima Chiesa di S. Maria della Sperlonga. Intorno ad essa vi sono numerose grotte nelle quali sono state rinvenute ossa del leggendario animale preistorico, il liocorno. Da ciò deriva la convinzione che le Grotte di S. Maria della Sperlonga hanno origini assai più antiche rispetto alla nascita del culto della Madonna e che le stesse siano state usate prima della costruzione della Chiesa stessa, come "chiesa rupestre" a giudicare dai segni, croci ed immagini cristiane disegnate sulle pareti.
In tale santuario viene venerata l'immagine della Vergine Maria con il Bambino in braccio mentre protende la mano che regge la sfera crucigena, che sostituiva " il melograno", antico simbolo di fertilità e abbondanza, tuttora visibile invece nella chiesa con l'immagine della Madonna del Granato in Paestum e nel portale scolpito di S. Maria Annunziata nel centro storico di Palomonte.
La chiesa con l'annesso monastero fu costruita dai monaci dell'Ordine di S. Basilio tra l'VIII° e il IX° secolo. Ha rivestito notevole importanza nel corso dei secoli, lo testimonia il fatto che il complesso è riportato negli affreschi di un salone dei musei Vaticani, unitamente a "Palo", e nelle cartografie successive al '500.
La Chiesa ed i suoi pregevoli affreschi, la statua della Madonna, le leggende popolari legate ai luoghi, le grotte circostanti, l'area naturale sottostante che vede la confluenza di due torrenti con acque perenni che mettevano in funzione nei secoli passati un grosso molino per il grano con valenza comprensoriale, tutto concorre alla rimembranza di un tempo perduto nel quale, volentieri, il visitatore si abbandona, travolto dal turbinio dei sentimenti e dalla consapevolezza della fragilità e futilità delle vicende umane.